giovedì 29 dicembre 2016

martedì 27 dicembre 2016

Palazzo Gambioli


Palazzo Gambioli-Baldelli, via A. Ginevri-Blasi


Elegante edificio a tre piani, portale in pietra bugnata con stemma nell'arco di volta, riquadrature alle finestre, marcapiani con elementi decorativi.









sabato 24 dicembre 2016

Un racconto di Natale



Due giorni prima del Natale del ’49 cominciò a nevicare. Era un sabato dall’aria grigia che rendeva il paesaggio uniforme, senza dimensioni e profondità, senza rumori. Nonna accese la legna nel camino, che bruciò fino a Santo Stefano. Il Natale in campagna, a quei tempi, era il periodo più importante dell’anno, per via del cibo una volta tanto abbondante e per i regali per noi bambini. La santa veglia quella sera l’avremmo fatta in famiglia, come da tradizione.

Mentre mamma e nonna stavano su in cucina a preparare la tavola della vigilia (polanca al forno con funghi e patate, presciutto di grotta, olive sotto sale, melarance con olio e zucchero, ciambellone), io facevo compagnia a nonno nel tepore della stalla, in attesa della cena. Stava affilando la falce fenara e dei falcetti con la pietra cote, bagnandola ogni tanto con lo sputo, in quel plumbeo pomeriggio nevoso, e ascoltava me che gli raccontavo delle mie estati passate dai nonni a Montevecchio. Di tanto in tanto si bagnava la gola con un sorso di rosso. «L vino scalda l core, arcòrdatlo», era solito dire. Io invece mi riscaldavo i budelli con una scodella di latte appena munto e sentivo nella pancia l’emozione dell’attesa dell’arrivo di Gesù Bambino, che in un’altra lontana stalla stava, con la sua nascita divina, per portare speranza ancora una volta agli uomini di buona volontà.

Dietro ad una balla di fieno, allo scuro, fiottava la nostra gatta incinta, e dopo uno smiagolìo partorì due micetti. Nonno portò via uno dei due, nato morto, mentre l’altra gattina si scaldava nel calore del pelo della mamma. Diedi un po’ del mio latte alla madre, mentre lei offriva il suo alla figlia, una miciotta grossa e paciosa, in uno scambio circolare e familiare. La madre sembrava fiera di quella coincidenza di calendario e si riposò beata per tutta la santa notte. La piccola sarebbe cresciuta pigra e sonnacchiosa lungo tutta la sua comoda vita, assistente interessata alle cucine di nonna. Restò abbonata alla pietra dell’arola del camino, ad ascoltare la musica del foco, immobile come un granatello di saggina o come un cuscino di penne. La chiamammo Ciafagna, ma di questo lei non si adirò mai.

     

“Fin a Natale

n c’è freddo né fame,

da Natale n là

fame e freddo n quantità.”

     

Zì Merigo, il più religioso della famiglia, ogni anno allestiva su una nicchia della nostra cucina un modesto presepio, fatto di poche statuine di coccio disposte su una base di vellutina. Trovavamo in un certo senso confortante sapere che Nostro Signore nasceva in un alloggio ancora più misero del nostro, in una comunanza di stenti e tribolazioni che mi rendeva simpatico quel bimbo biondo, con un braccio rotto e l’altro benedicente. Omaggiammo la venuta del neonato Salvatore con una cena finalmente ricca, replicata l’indomani con un pranzo a base di cappelletti insaporiti in brodo di cappone. Dal giorno di Santo Stefano sarebbe ricominciata, nella mangiatoia dei Paolini, la consueta quaresima.











mercoledì 21 dicembre 2016

I pergolesi... di Gubbio


... o gli eugubini di Pergola.
I cognomi (non tutti) di famiglie eugubine che si sono stabilite a Pergola nel primo secolo dalla sua fondazione. 
Se alcuni di essi si sono smarriti, la maggior parte sono divenuti tipici della nostra città. 
Altri ancora ne arriveranno da Gubbio e dall'Umbria nei secoli successivi. 







 

sabato 17 dicembre 2016

È sabbato

È sabbato
tira l'orecchia a babbeto
mettla 'n cucina
per domenica matina.







venerdì 16 dicembre 2016

Le ricette d'la Pergola: la trippa bullita


Prima tocca lavà ben ben la trippa, poi falla bullì ntl'acqua salata. Da nte 'n tigame se fà soffrigge ntel burro 'n battut de carota, cipolla, sellero, erbetta e persichina co'n pommidoro, sale e pepe. Se fa coce pe'n quarticello, poi ce se butta la trippa co'n po' de brodo e se lascia bullì pian piano per tre ore. Quanto ch'è pronto, sul piatto ce se gratta 'n tantinel de cacio.








martedì 13 dicembre 2016

1891


Carta geografica delle Marche del 1891.

Da notare la linea tratteggiata della progettata ferrovia Fabriano-S. Arcangelo di Romagna, dal percorso errato che escludeva Cagli e Urbino. Il tratto Fabriano-Pergola sarà inaugurato nel '95, quello tra Pergola e Urbino nel '98.







 

lunedì 12 dicembre 2016

venerdì 9 dicembre 2016

giovedì 8 dicembre 2016

Sulle mura di S. Andrea


La facciata esterna della Collegiata di S. Andrea apostolo







 

martedì 6 dicembre 2016

I signori della Pergola (2a parte)


Da sinistra:
Francesco Sforza; Lorenzo de' Medici detto Lorenzino; Cesare Borgia detto Valentino

(Qui altri signori)









sabato 3 dicembre 2016

Facce sconosciute di gente famosa

Lorenzo Valerio

Commissario governativo delle Marche all'Unità d'Italia
(Torino, 1810-Messina, 1865)






 

giovedì 1 dicembre 2016

Palazzo Marini


Palazzo Marini, angolo via Graziani e via Giannini


Elegante edificio a tre piani, con un bel portale in pietra e mascherone settecentesco.


Fu la residenza di Alessandro Marini, fondatore della Biblioteca Marinia.







lunedì 28 novembre 2016

martedì 22 novembre 2016

lunedì 21 novembre 2016

Una guida di Pergola

Una bella guida di Pergola (e pure interattiva!)

    

(Cliccare sulle foto per ingrandirle)







domenica 20 novembre 2016

lunedì 14 novembre 2016

Una mappa francese del 1844

Adrien-Hubert Brué, Carte routière de l'Italie indiquant les divisions politiques de ses divers états, part.

Una parte dell'Italia centrale nella mappa del cartografo francese Brué, pubblicata per la prima volta nel 1830, nell'edizione del 1944.









 

sabato 12 novembre 2016

L'ex-palazzo Baldini


Ex-palazzo Baldini, corso Matteotti (ingresso via Mazzini)