mercoledì 28 febbraio 2018

Il palazzo Caverni


 Palazzo Caverni, ex-Sabbatucci, ex-Levi - corso Matteotti, 60
  


 Lato via Dal Foco



Facciata posteriore, via Giannini

 


"Il piano terra presenta due portali abbinati a sesto acuto e una finestra ancora aperta con il medesimo arco. È evidente l'uso del fondaco come ancora chiara è la lettura della armoniosa distribuzione dei conci patinati dal tempo. L'influenza della complementare architettura eugubina è evidente ed è notoria la presenza delle maestranze comasche nel ricco comune umbro." *




* da Pergola. Lettura della città e del territorio, Nando Cecini, 1982



martedì 27 febbraio 2018

martedì 20 febbraio 2018

Quando De Sanctis liquidò Girolamo Graziani



È il 1870 quando il celebre storico della letteratura De Sanctis pubblica la sua monumentale Storia della Lettaratura Italiana. Il nostro Graziani viene liquidato in poche righe, anzi in poche parole. I poemi eroici già da tempo non godevano più dell’apprezzamento dei critici.




[…] Come suole avvenire, nessun secolo sonò così spesso la tromba epica, quanto questo secolo così poco eroico. Alcuni seguirono le orme del Tasso, come il Graziani nel Conquisto di Granata. Il Chiabrera scrisse il Foresto, la Gotiade, la Firenze, l’Amadeide, il Ruggiero, tutti poemi eroici, oltre ventidue poemetti profani e quattordici sacri. Il Villafranchi, lo Stigliani e altri cantarono la Scoperta dell’America, e anche il Tassoni avea preso a scrivere sullo stesso argomento il suo Oceano, quando con miglior consiglio e con più chiara coscienza delle sue attitudini si volse a fare nella Secchia rapita la parodia delle forme eroiche. Di tanti poemi epici non uno solo è rimasto. Ce n’è di tutti gli argomenti, sacri e profani, cavallereschi, eroici, mitologici, perchè erano capricci individuali, e mancava l’argomento del secolo. Novissimo e popolarissimo argomento era la scoperta dell’America, che ispirò al Tasso la più geniale delle sue concezioni, il viaggio alle Isole fortunate. Ma fu trattato col solito bagaglio classico, e il mondo nuovo apparve stanca e vieta reminiscenza di un mondo poetico già decrepito[...]

  

Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, 1870


giovedì 15 febbraio 2018

Pergolesi nell'esercito regio nella Terza Guerra d'Indipendenza


Pergolesi arruolati nell’esercito regio nella Terza Guerra d’Indipendenza nel 1866 per la liberazione del Veneto:

Arnuti Secondo
Baldelli Gaetano
Baldelli Domenico,   prigioniero
Bertiboni Ettore
Biaschelli Giuseppe
Biondi Giovanni
Biondi Luigi
Calderigi Sante,   ferito e prigioniero
Cardinali Ariodante
Casavecchia Valentino
Cingolani Carlo
Guerrieri Giuseppe
Mariotti Domenico,   prigioniero
Monsignori Mario
Quagliotti Leonardo,   ferito e prigioniero
Rossi Francesco
Tonelli Pietro
Vanucci Giovanni
Vitali Agostino
Vitali Filippo
Vitali Luigi 







 

sabato 10 febbraio 2018

L'affresco di Monterolo


Monterolo, Madonna con Bambino e S. Antonio Abate, affresco, anonimo XV sec.






venerdì 9 febbraio 2018

Facce sconosciute di gente famosa


Ferruccio Domeniconi

Internazionalista (Pergola, 29 maggio 1854 – Pergola, 5 novembre 1879)



Una delle figure più intense dell’internazionalismo marchigiano, Ferruccio Domeniconi nasce a Pergola  nel 1854 da Ugo e Maria Franceschini. Possidente, presidente della locale Società operaia di Mutuo Soccorso, è fin dal 1873 uno dei principali esponenti della sezione internazionalista cittadina. Nell’agosto 1874 viene arrestato in seguito ai fatti di Villa Ruffi e della “Comune di Imola”. Nella perquisizione domiciliare che segue gli vengono sequestrate diverse carte di propaganda politica, un suo scritto (Principi del socialismo) e il Simbolo dell’operaio, redatto in forma di “credo” socialista. Processato a Bologna nel 1876 con altri internazionalisti marchigiani e romagnoli, tra cui Andrea Costa, viene infine rimesso in libertà. Nel 1878 continua la propaganda internazionalista sia nel pesarese che nell’anconetano e si oppone alla campagna irredentistica condotta dai mazziniani. Nel 1879 Domeniconi cade vittima di una pugnalata a Pergola. Il fatto, presumibilmente opera di un repubblicano, avviene durante scontri di piazza mai sufficientemente chiariti.
 
Fonti: A.B.M.O., Bibl. F. Serantini




martedì 6 febbraio 2018

sabato 3 febbraio 2018

La "rupe" Tarpea di Pergola



A Roma la Rupe Tarpea era il dirupo roccioso situato nella parte sud del Campidoglio, da dove venivano gettati i condannati a morte per tradimento.


 
Anche a Pergola c’è una Tarpea, un piccolo quartiere tra la piaggiola del parapetto e il mercatale. 


Di certo meno cruenta della più celebre romana, è una zona caratteristica del borgo, ben visibile dal famigerato ponte di cemento. 



Silenziose, un po’ in ombra, le sue case sono strette, affastellate, affacciate sulla sponda destra del Cinisco.