È il 1870 quando
il celebre storico della letteratura De Sanctis pubblica la sua monumentale Storia della Lettaratura Italiana. Il
nostro Graziani viene liquidato in poche righe, anzi in poche parole. I poemi
eroici già da tempo non godevano più dell’apprezzamento dei critici.
[…] Come suole avvenire, nessun secolo sonò così
spesso la tromba epica, quanto questo secolo così poco eroico. Alcuni seguirono
le orme del Tasso, come il Graziani nel Conquisto di
Granata. Il Chiabrera scrisse il Foresto, la Gotiade,
la Firenze, l’Amadeide, il Ruggiero,
tutti poemi eroici, oltre ventidue poemetti profani e quattordici sacri. Il Villafranchi, lo Stigliani e altri cantarono la Scoperta
dell’America, e anche il Tassoni avea preso a scrivere sullo
stesso argomento il suo Oceano, quando con miglior consiglio e con più
chiara coscienza delle sue attitudini si volse a fare nella Secchia rapita la parodia delle forme eroiche. Di tanti poemi epici non uno solo è
rimasto. Ce n’è di tutti gli argomenti, sacri e profani, cavallereschi, eroici,
mitologici, perchè erano capricci individuali, e mancava l’argomento del
secolo. Novissimo e popolarissimo argomento era la scoperta dell’America, che
ispirò al Tasso la più geniale delle sue concezioni, il viaggio alle Isole
fortunate. Ma fu trattato col solito bagaglio classico, e il mondo nuovo
apparve stanca e vieta reminiscenza di un mondo poetico già decrepito[...]
Francesco De
Sanctis, Storia della letteratura
italiana, 1870