mercoledì 29 giugno 2016
martedì 28 giugno 2016
lunedì 27 giugno 2016
domenica 26 giugno 2016
Auguri, bronzi!
70 anni di mistero, di lotta, di ammirazione, di timore, di orgoglio, di bellezza...
sabato 25 giugno 2016
venerdì 24 giugno 2016
giovedì 23 giugno 2016
martedì 21 giugno 2016
lunedì 20 giugno 2016
venerdì 17 giugno 2016
Un palazzetto liberty
Palazzetto Rossi-Castellucci, via Gramsci
Fabbricato ristrutturato nel 1930 circa, stile liberty, in gesso: sopra l'ingresso, formella con elementi floreali a rilievo; altre quattro simili sotto le finestre del secondo piano; riquadrature ornamentali distribuite sulla facciata. Nel sottotetto, un raffinato cornicione ad ovuli.*
* da Edifici storici ed artistici del Comune di Pergola, Sandro Sebastianelli, 1998
giovedì 16 giugno 2016
mercoledì 15 giugno 2016
Facce sconosciute di gente famosa
lunedì 13 giugno 2016
domenica 12 giugno 2016
L' Accademia degl' Immaturi
Le accademie letterarie nacquero in Italia, figlie dei cenacoli umanistici del Quattrocento, ed ebbero nella nostra storia culturale un ruolo fondamentale. Tra il Cinquecento e il Settecento ne sorsero in quasi ogni città, da quelle volte alla conservazione della lingua italiana a quelle specializzate nelle varie forme artistiche.
Anche Pergola si gloriò della sua accademia, attiva soprattutto nella diffusione della poesia, grazie in particolare all'impegno del suo più illustre letterato, Girolamo Graziani. Venne chiamata Accademia degl'Immaturi, con una dizione ironica tipica del tempo. A Cagli, ad esempio, vi era l'Accademia degl'Inculti, a Macerata quella degl'Imperfetti, a Jesi degl'Inariditi. I pergolesi scelsero le nespole come simbolo di frutta immatura.
Fu nella seconda metà del XVIII secolo che l'accademia raggiunse il massimo prestigio, con convegni e manifestazioni presso il Teatro della Luna e pubblicazioni diffuse a livello nazionale.
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sabato 11 giugno 2016
giovedì 9 giugno 2016
mercoledì 8 giugno 2016
Le ricette d'la Pergola: la frittata co' le vitalbne
Se pjano i germoj dle vitalbne, prima se fanno 'n po' scottà e dopp se friggono 'nt 'na padella co' l'olio e i lardej. Poi ce se buttano j ovi, 'l sale e 'l pepe, se dà 'na bucinata e la frittata è bell'e fatta.
martedì 7 giugno 2016
Il monaco appassionato del Catria
Raffaele Piccinini (nato ad Offida nel 1826) fu un monaco camaldolese, professore di Scienze naturali presso la Regia Scuola Tecnica di Pergola. Geologo e botanico di fama internazionale, morì il 7 giugno 1884 e nel nostro cimitero riposa. Nella lapide, scolpita dallo scultore Beniamino Barbanti e oggi alquanto malridotta, lo sguardo di Piccinini è rivolto verso il suo amato monte Catria.
Qui una bella biografia dello scienziato.
lunedì 6 giugno 2016
sabato 4 giugno 2016
Pergola nei dettagli
venerdì 3 giugno 2016
Il palazzo dei cardinali
Il palazzo Antonelli (16° sec.) è un imponente edificio costruito sulle mura castellane, crollato e ricostruito più volte in pietra e mattoni, in particolare dopo il sisma del 1781.
L'ingresso è sulla piazza Leopardi (un tempo piazza Ducale), mentre la facciata secondaria dà sulla via Antonelli, appena fuori della porta di San Marco.
Fu per secoli la sede sfarzosa di una illustre famiglia che ebbe letterati e diplomatici, come il cardinale Nicolò (1698-1767) e il nipote cardinale Leonardo (1730-1811).
Al piano terra del palazzo fu allestita la prima tipografia pergolese vescovile e del S. Offizio, nel '700, dalla famiglia Mariotti.
Durante il Regno Italico napoleonico il palazzo fu sede della amministrazione dei beni dell'Appannaggio.
giovedì 2 giugno 2016
Un due giugno raccontato
Il
due giugno 1946 era stato un giorno speciale per mamma e nonna (anche se lo fu
per tutto il Paese) perché per la prima volta furono chiamate a votare. Fino
allora le donne erano servite solo per cucinare o partorire figli o lavare
mutande. In compenso avevano il diritto di mangiare con gli uomini, dopo averli
serviti a tavola. A nonno faceva un po' strano quella novità, un segno di tempi
nuovi difficile da comprendere. Voleva bene a nonna, questo sì: quando la madre
gli morì presto lei gli fece da madre, moglie, sorella, socio, amante,
confidente. Non sarebbe stato nonno Gaspare senza di lei. Ma da lì a pensare
che avesse gli stessi diritti dell'uomo ce ne correva, per lui nato nel secolo
precedente. Le tradizioni erano importanti, la saggezza dei vecchi andava
ascoltata, come le parole degli uomini di chiesa. Ogni novità andava ben
valutata, invece sembrava che dopo la Liberazione tutto fosse rivoluzionato: via il
duce, via il re, via i padroni, via i preti. L'anarchia, insomma. Per questo
voleva votare per la
Monarchia, seppure il re durante il Ventennio non gli fosse
piaciuto, fiacco e incapace. Il fascismo non gli sconfinferava per niente, come
a nessuno in famiglia, gli sembrò sempre una tragica pagliacciata. Alla fine i
maschi di casa votarono per la
Monarchia e le donne per la Repubblica. Mamma
in verità non era sicura, ma con zio e nonno che cercavano di convincerla in un
modo, per reazione finì come nonna Amorina e, una volta tanto, fece
l’opposto.
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